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Sei Nel Tuo Tempo

Qualcuno si è laureato a 22 anni e ha trovato lavoro a 27.
Qualcuno si è laureato a 27 anni e già aveva un lavoro.
C'è qualcuno che è ancora single ed ha un figlio.
Altri che da sposati hanno dovuto aspettare 10 anni per essere genitori.
Ci sono quelli che sono una coppia, ma amano altri.
Quelli che si amano e non sono niente.
E c'è chi sta ancora cercando qualcuno da amare.
Tutto funziona secondo il nostro orologio.
Le persone possono vivere solo secondo il proprio ritmo.
Può sembrare che i tuoi amici siano più avanti di te o che siano più indietro.
Però loro si trovano nel loro momento e tu nel tuo.
Vivi con pazienza.
Sii forte.
Credi in te stesso.
Non sei in ritardo e non sei in anticipo.
Sei nel tuo tempo.

Vivere Non È Peccato

Qualche tempo fa stavo parlando con una ragazza e ad un certo punto il discorso si è spostato su una conoscenza un comune, carissima amica della ragazza con cui stavo parlando, che ha perso il fidanzato in un incidente ormai quasi un anno fa.
Dicevo che avevo visto delle foto di questa conoscente insieme a un ragazzo ed ero contenta di vederla finalmente serena e sorridente.
La ragazza con cui stavo parlando ha commentato la cosa con sí, era una cosa carina "però non è passato neanche un anno".
Io sono stata zitta però ci ho riflettuto tanto.
Davvero un sacco.
Sono arrivata alla conclusione che siamo ossessionati dal tempo così com'è scandito.
Settimane giorni mesi...
E finalmente il primo traguardo in ogni attività: l'anno.
Dopo un anno una storia si può definire storia.
Chi ripone fiducia in 2 che stanno insieme da 11 mesi?
E infatti i mesiversari non si cacano più dopo l'anno.
Dopo un anno di qualsiasi cosa, sei socialmente accettato.
Quindi se hai vent'anni e il tuo ragazzo muore improvvisamente non devi ritrovare il sorriso prima dei 365 giorni altrimenti l'hai fatto troppo presto.
Se lo ritrovi nel 366esimo giorno non fa niente.
Anche perché a quel punto nessuno ci pensa più.
Personalmente non credo ci sia un pulsante che faccia scomparire il dolore dopo un anno o dopo qualsiasi etichetta temporale.
Ci sono vuoti che semplicemente nessuno potrà mai colmare, ma non c'è niente di male se qualcuno si siede su un'altra sedia per farci sorridere.
Vivere non è un peccato.

Io Prima Di Te

Ah, no, non pretendo di essere una persona matura ora.
Risultati immaginiNon pretendo di avere la verità in tasca e di sapere affrontare ogni situazione con la lucidità di cui molte situazioni hanno bisogno.
Cercherò di essere serena, sicura di me e sorridere alla vita.
Sicuramente sono una persona diversa.
Non è successo niente di straordinario.
O forse sì.
Ciò che è successo è che sei entrato nella mia vita.
Non hai fatto molto.
O forse sì.
Hai smosso qualcosa dentro di me.
Qualcosa che ancora non so cosa sia.
Qualcosa che non so se capirò mai.
Però l'ho accettato proprio come ho accettato tante cose.
E all'inizio pensavo che "accettare" sarebbe stato come "arrendersi".
Pensavo che accettare sarebbe significato essere deboli.
E invece no.

Risultati immaginiSono una persona diversa.
Non pretendo di essere migliore.
Sono semplicemente diversa.
Prima ero un'altra persona.
Io prima di te.
Io ero una ragazza che si faceva prendere dalle paranoie, che pensava che ci fosse soltanto un modo per vivere una relazione, che ci fosse un giusto o un sbagliato, senza mezze misure.
Io ero una ragazza forse un po' viziata nelle relazioni e che, abituata a determinate cose, dentro di sé pretendeva che anche la realtà rispecchiasse ciò che aveva dentro.
Io ero una ragazza che ha sofferto molto, che ha dovuto imparare a prendere coraggio, a rimboccarsi le maniche e ha fatto un salto nel vuoto.
Un salto per te.
Un salto con te.
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Ho sempre pensato di essere una persona troppo fragile, troppo sentimentale, troppo emotiva.
Questa notte mi sono riscoperta più forte di quello che pensavo e sto sorridendo.
Sto sorridendo mentre penso che sto superando nuove difficoltà.
In un certo senso ti sono grata.
E sono sicura che ci saranno alti e bassi.
Mi sorprenderò malinconica a fissare il vuoto.
Mi scoprirò con le guance solcate da calde lacrime senza sapere il perché.
Mi scoprirò a pensare a te.
Ma voglio pensarti con un sorriso.


Risultati immaginiSenza saperlo, senza volerlo mi hai dato qualcosa.
Anche quando pensavo non sarebbe successo.
Un giorno particolarmente triste mi sono ritrovata a sperare di non averti mai incontrato.
E mentre piangevo mi chiedevo perché dovesse fare così male.
Oggi in qualche modo mi sono risposta e forse ho capito il perché.
Io prima di te ero diversa.
E non per forza peggiore.
Semplicemente diversa.
Ero più piccola, in tutti i sensi.
E ora, in qualche modo, credo di avere imparato un po' di più a vivere.


Una delle cose più importanti che ho imparato è che, ok, si soffre, ma la vita va avanti.
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Ed è proprio questo che sto cercando di imparare nella mia vita.
Se le cose non vanno come me le ero immaginate non sono un fallimento.
E si può impara da ogni cosa se sappiamo coglierla, se sappiamo accoglierla in noi.


E anche se sembra più facile, non è mai meglio vivere in un'illusione per paura di guardare in faccia la realtà.
Non sai quanto mi abbia fatto male realizzare questa cosa.
Come il fatto che le persone, le emozioni e i sentimenti possono cambiare.
E lo fanno.
A volte più velocemente di quanto la nostra mente possa realizzare.
A volte il mondo gira più in fretta di quanto noi riusciamo a correre.


Risultati immaginiNonostante questa consapevolezza a volte è comunque difficile.
Non sai quanti momenti difficili ho passato nonostante sapessi ciò.
E mi sentivo anche stupida per questo.
Una parte di me è consapevole di come stanno le cose, di come poi tutto passa, migliora, ti rende più forte e ti dà la possibilità di migliorare se dai la possibilità di rafforzarti.
Ma è inevitabile starci male.

Non sto dicendo che non si deve soffrire, anzi.
Se "stai male", anche se suona male sentirselo dire, significa che "funzioni" bene, che hai un cuore, che sei umano, capace di provare sentimenti.
Lo so che fa male e ti verrebbe voglia di pentirti di ciò che è trascorso, ma ogni cosa che succede nella nostra vita, ogni persona che entra in contatto con noi, direttamente o indirettamente, lascia sempre qualcosa in più nella nostra vita.

Risultati immaginiMa non dobbiamo rimanere attaccata a questa in quanto, si sa, la vita è mutevole e le persone lo sono ancora di più.

Ci sono persone che continueranno ad entrare e ad uscire dalla tua vita.
Bisogna capirlo, ma soprattutto accettarlo.
Guardati indietro.
Quante persone l'hanno già fatto?
E se in quel momento per qualcuno è stata una dura prova, tosta, altre persone probabilmente le hai perse di vista senza neanche realizzarlo.
Le persone cambiano e anche tu l'hai fatto, lo farai e lo stai facendo anche ora.
E, anche se sembra brutto dirlo, è giusto così.
Senza nuovi stimoli saremmo statici, immobili, non cambieremmo mai, non cambierebbe niente né della nostra vita né di questo mondo.

Risultati immaginiUn giorno troverai quella persona che, nonostante tutto, sarà il punto fermo.
Quella con cui cambiare insieme, quella con i cambiamenti non faranno paura.
Il fatto è che non te ne accorgerai.
Alla fine ripenserai a tutto il trascorso insieme e, con un sorriso, realizzerai che è andata così.

Sappi che quando le cose non vanno come ce le eravamo aspettate, quando non vanno come pensavamo che volessimo andassero a volte ci stanno dando soltanto una grande opportunità.
Questa è la teoria, ma bisogna metabolizzarla e farla davvero tua.
Non serve soltanto sapere, ma "essere".
E se io posso darti una mano nel sapere, per l'essere ci devi pensare soltanto tu.
Dentro a un cuore infranto, una rottura si vive e si ha bisogno metabolizzarla proprio come un lutto.
Bisogna accettare che l'altra persona non farà più parte della propria vita.
Non come ha fatto fino a quel momento.
Che sia sentimento, abitudine o qualunque cosa.
Prima di incontrare una persona, prima di rapportarci a questa siamo sempre diversi da come ci ritroveremo durante e in seguito a questa.
E' un po' la storia di tutte le storie, nel bene o nel male.
Io prima di te, prima che tu abbia avuto la possibilità di mostrarmi cosa posso essere, come può essere la vita, quanto vale la pena di essere vissuta a pieno.
Io dopo i tuoi insegnamenti, ora che devo cavarmela da sola e camminare con le mie gambe.

Risultati immaginiIo dopo di te.
Chi sarò?
Cosa farò?
Una cosa la so.
Non lo so.
Lo ammetto.
Non ho la minima idea di che cosa succederà un domani.
Non ho la minima idea di come reagirò a ciò.
L'unica cosa che posso fare è accettare l'imprevidibilità della vita.
Ciò che posso fare è prendere le cose così come verranno.
Crescere come persona, arricchirmi come posso.
E poi chissà.
Intanto inizierò cercando di non bruciare più le zucchine.

Grazie per avermi insegnato tutto questo e avermi reso la persona che oggi sono.
Probabilmente non sono dove avrei voluto, ma sono esattamente dove devo essere.

Questo Corso di Laurea fa per me

Oggi, in conclusione di un esame orale durante il quale la mia esposizione ha lasciato a desiderare, un'insegnante, con uno sguardo che mi ha fatto rabbrividire nonostante la calda giornata di Luglio, mi ha chiesto la motivazione per la quale sto frequentando questo corso di laurea. Non l'ha fatto per sentire le motivazioni che mi hanno spinta da due anni a questa parte ad alzarmi presto tutte le mattine per frequentare almeno 8 ore di lezione al giorno, non me l'ha chiesto per sapere cosa provo ogni giorno durante le 7 ore di tirocinio, no. L'ha chiesto, ma non le interessava davvero la risposta. Non c'era una goccia di empatia nel mare dei suoi occhi. Tutto ciò che le importava dirmi era di andarmene per cercare porti più conformi alle mie capacità in quanto le mie capacità di esposizione orale, in sintesi, fanno schifo. Il fuoco della passione che ho sempre messo in questo mio percorso formativo ha traballato, una tempesta, un maremoto, si è scaraventato sulla flebile fiamma e non aveva intenzione di smettere di imperversare. Ogni parola usciva dalla sua bocca come lama affilata dritta nel mio cuore ormai sanguinante. in quel momento, lì davanti a lei, mi sentivo completamente nuda. Ha continuato a raccontarmi di quanto terribile sarebbe la mia vita, di quante angherie dovrei affrontare dai colleghi, dagli utenti con cui avrei a che fare, di quanto sarei una perfetta vittima di mobbing (e al mio appunto su quanto questo sarebbe illegale, mi è stato risposto "provalo") e, in sintesi, di quanto la mia vita farebbe schifo. Le mie orecchie ascoltavano, assorbivano tutto, ma, man mano che le sue parole imperversavano, ho incominciato a filtrare e a ragionare con la mente lucida, mente che era stata annebbiata dalla freddezza delle parole demolitive che mi erano dette. Non mi soffermerò sul fatto che probabilmente quella non era la sede, il luogo e il momento adatto di farmi un panegirico su quanto faccia schifo, ma su quanto io abbia le mie motivazioni di stare lì, di averne tutto il sacro santo diritto e di non permettere a nessuno al mondo, nè in quel momento nè mai, di potermi dire cosa devo fare della mia vita, soprattutto se questa persona di me sa soltanto il mio cognome e delle difficoltà che ho nelle esposizioni orali (neanche in tutti i campi e, diciamo che la sua presenza, sempre estremamente giudicante nei confronti di tutti, non aiuta).
Diplomatami al liceo non avevo alcun dubbio sul mio futuro da studentessa universitaria. Non solo per il fatto che con un diploma di liceo scientifico non credo si parta avvantaggiati nel mondo del lavoro, ma anche e soprattutto perché sono consapevole che il mio percorso di crescita non si è ancora concluso e che prima di affacciarmi al mondo del lavoro, al mondo che ancora oggi potrei definire "degli adulti" (nonostante ci siano miei coetanei che lavorano già da molti anni), io abbia bisogno di assorbire dal mondo accademico ancora molto prima di mettermi in pista. Non sono una di quelle persone che sapevano cosa fare della loro vita da quando hanno incominciato a parlare, in realtà non lo sapevo fino all'estate del diploma. Ciò che ho cercato è stato un corso di laurea che potesse darmi tanto. Sì, lo ammetto, non ho scelto un corso di laurea nella facoltà di Medicina e Chirurgia per cambiare il mondo, e neanche per soldi, fama, riconoscimento o qualsiasi altra motivazione che vi possa venire in mente. Io ho scelto questo corso di laurea per me. Le materie degli esami mi sono sembrate varie ed espremamente interessanti, sembravano racchiudere in un unico corso tutto ciò che mi interessa, tutto ciò che voglio approfondire, tutto ciò che sono consapevole possa darmi tanto. Con questo spirito ho iniziato questo percorso e con questo stesso spirito l'ho continuato.
Se per tutto il primo anno ho sostenuto il mio reale interesse per questo percorso, durante il mio primo tirocinio serio, se così posso già definirlo, ho avuto una vocazione. Potrebbe sembrare assurdo e probabilmente esagerato agli occhi dei più, ma così mi sono sentita quando una notte non sono riuscita a dormire a causa dell'ispirazione che quel tirocinio mi ha dato trasformando la mia mente in una fonte di idee. Da lì in avanti non mi sono fermata un attimo entrando persino in associazioni esterne all'università per cercare di iniziare immediatamente a fare qualcosa in questo campo. All'inizio del secondo anno ho delineato la mia tesi di laurea. Ho preso parte a congressi, corsi di formazione, aggiornamento e altro pur di cercare di essere una professionista migliore, di essere una persona migliore. Per quanto ogni mia conoscenza in più potrebbe un giorno giovare a un utente, in questo momento, oggi, questo fa bene a me.
Sento di potere fare la differenza, nel mio piccolo, in questo mondo. Credo che sia una cosa che potenzialmente possiamo fare tutti. Quell'insegnante ha sottolineato come potrei fare un altro lavoro per potere fare qualcosa di buono in questo mondo, non devo per forza fare quello per cui sto studiando. Assolutamente vero, su questo non c'è alcun dubbio. Come professione, lo ammetto, non è una professione che, di base, potrebbe cambiare in meglio davvero il mondo, è una professione di cui, per quanto continuiamo a ripetere e a ripeterci che non sia così, il mondo potrebbe benissimo fare a meno sostituendoci con qualsivoglia professionista formato. O almeno fino a che qualcuno non decida di uscire dagli schemi, di non seguire il percorso tracciato, di aprire la mente, usare la fantasia, guardarsi intorno e sfruttare ciò che il mondo sa offrire per rimandare a questo indietro ciò che gli serve, ciò che può migliorarlo davvero.
Ok, la sostanza della storia è che io dovrei ritirarmi, dovrei abbandonare il percorso di studi che sto affrontando con passione ed entusiasmo, che mi piace e mi stimola perché probabilmente sono insicura e non sono una persona che parla bene? No. Questa è la mia risposta. Mi dispiace per chi probabilmente vorrebbe questo, ma io non mollo. Non è il massimo non sentirsi voluti, affatto, ma io non sto imponendo la mia compagnia, la mia amicizia o qualsiasi altra cosa personale a un'altra persona. Io qui sto mettendo a disposizione le mie capacità, la mia fantasia, le mie passioni, il mio fuoco, per la comunità, ma ancora prima di questo, sto facendo qualcosa di buono per me stessa. Sarebbe assurdo se proprio qui dentro non riuscissero a capirmi. La storia insegna che molte persone hanno avuto difficoltà nella vita, probabilmente più di quelle a cui è andato tutto liscio, ma ciò che ha sempre fatto la differenza e la loro capacità di resilienza. Nella vita ho avuto difficoltà, dalle più importanti a quelle che oggi mi sembrano bazzecole, a volte, lo ammetto, ho avuto voglia di morire (me ne vergogno molto), spesso ho avuto voglia di sparire, di congelare il tempo intorno a me e potere attendere. Ma man mano che quell'insegnante parlava mi sono resa conto che, ehi, io sono ancora qui. Credo mi sia scappato un sorriso. Se mi deve bocciare a quest'esame, lo faccia. Le ho spiegato che se non l'avessi passato oggi, sarei tornata la prossima volta. A questa mia risposta ha cercato di rincarare la dose, cercando di abbattermi, scoraggiarmi, eliminarmi. I colpi li ho accusati, ma dentro di me pensavo: cosa voglio fare della mia vita? Io vedo questo nella mia vita e  non in questo momento non ho la minima intenzione di cambiare idea tanto che appena torno a casa, dopo un po' di meritato riposo (perché sì, tutti meritano di riposare), mi rimetto a studiare per il prossimo esame.
Io quando mi sentirò adulta non vorrò essere un'impeccabile e fredda persona giudicante, dalla parlantina perfetta, ma che non trasmette niente. Io voglio essere una persona che, sì, avrà delle capacità dialettiche superiori alle mie attuali, ma che possa essere empatica e sappia fare ciò che farà con la passione che ora io metto in tutto ciò che faccio. Non voglio perdere il fuoco dentro di me. Il mondo andrebbe avanti anche senza il mio contributo, ne sono sicura, ma perché non dare al mondo ciò che sia ha e prendere da questo tutto ciò che ha da offrirci? Nessuno da niente per niente e per quanto io voglia dare qualcosa al mondo, pretendo che questo in cambio mi faccia crescere, maturare e mi insegni sempre nuove cose grazie alle esperienze.
La motivazione per cui sto frequentando questo corso di laurea, il motivo per cui sto continuando questo percorso è perché io ogni mattina mi sveglio e scelgo lui. non c'è giorno che abbia pensato, neanche per un momento, che questa fosse stata una scelta sbagliata, che ci potesse essere qualcos'altro là fuori maggiormente adatto a me. E' come essere innamorati, anzi, è come amare davvero. Per quanto tu sia consapevole che questo non sia l'unico percorso che si potrebbe addire a te, alla tua persona, alle tue caratteristiche, capacità e passioni, i tuoi occhi, la tua mente, il tuo cuore sono solo per questo e non importa quanto un altro percorso possa offrire orari migliori, sedi migliori, organizzazione migliore, un lavoro migliore, tu scegli lui. Io oggi posso avere delle difficoltà, come possono essercene nelle coppie, ma allo stesso modo, nel modo in cui si affronta una discussione con la persona che si ama, io affronterò le mie difficoltà uscendone più forte e migliore.
Credo che il percorso che sto facendo non sia soltanto un percorso volto a formare dei professionisti, come dicono. Questo è il fine ufficiale, ok, ma la cosa è più grande di quella che sembra, più grande di quanto molti possano vedere. Forse ci metterò un anno in più a raggiungere un determinato livello di crescita personale e professionale. Sicuramente non perderò un anno. Un anno perso è un anno da cui capisci di non avere tratto niente, di non avere imparato, di non essere cresciuto, di essere nello stesso punto di quando sei partito. E invece no, io non perderò neanche un secondo della mia vita. Dicono che, essendo giovani, abbiamo tanto tempo, tante possibilità, ma io non voglio perderne neanche una. Per quanto possa essermi sentita abbattuta in quel momento, forse depressa, mi ci è voluto poco per capir che, no, io non ci sto, io non darò ragione a chi non crede in me, io sono determinata, forse testarda, ma forse è proprio per questo che ci riuscirò.

Lamentarsi

Più volte mi sono fermata a pensare e mi sono resa conto del fatto che non possiamo evitare di lamentarci, è nella natura umana: dal bambino che vuole il giocattolo, al ragazzo che durante la partitella di calcetto gioca malissimo, fino ad arrivare all'anziano che si lamenta della dentiera che gli cade sempre per terra...
È impossibile non lamentarsi, l'unica cosa che possiamo fare è lamentarci e subito dopo farsi il cosiddetto esame di coscienza e dire "ma vale la pena lamentarsi per tutto ciò?" e rispondersi di no perchè, alla fine, c'è rimedio per tutto, solo alla morte non v'è rimedio.

È vero che bisogna essere grati di quello che si ha, ma questo non significa aver perso il "diritto" di lamentarsi.
Chi non si lamenta non problematizza la vita, non migliora. E  tutti, anche il gran pachà, ha il diritto di lamentarsi se ha un problema.

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